Avete presente quando Umberto Eco disse che Internet aveva dato voce agli imbecilli? Ecco, direi che avesse ragione. È proprio per questo infatti che perfino io, regina indiscussa dei capellidimmerda, sovrana illuminata dei regni di Crespo e Doppie Punte, posso scrivere il mio bel post sulla cura dei capelli e gli scienziati: MUTI.
Non posso certo dire di aver trovato La Cura, la ricetta per una capigliatura luminosa come la seta e sana come quella delle principesse Disney, ma dopo decenni di lotta senza quartiere con la mia detestabile chioma, ho da qualche mese a questa parte messo a punto un mio fruttuoso metodo.
Da campionessa in carica di planning in lungo, ho scientificamente programmato l’iter da seguire, c’est-à-dire:
– Assumere regolarmente un integratore per capelli (in particolare l’MSM della LongLife, che mi era stato largamente consigliato e infatti!)
– Dei tre lavaggi settimanali, farne due utilizzando shampoo + maschera bio (no siliconi, no parabeni ecc.) – uso e apprezzo quelli Garnier, che alterno sapientemente – e uno utilizzando shampoo + maschera non bio – io, in un felice momento di immaginaria ricchezza, ho comprato quelli Kerastase.
– Una volta a settimana, deliziarsi con un impacco pre-shampoo con l’olio di Argan, da tener sù minimo minimo un’ora, durante la quale rimirarsi allo specchio con la testa avvolta nella pellicola trasparente fingendo però di apparire fatale come Keira Knightley nella towel series per Mario Testino.
– Usare sistematicamente, dopo ogni shampoo, la sempre-sia-lodata Phyto 9, e poi raccogliere le lunghezze in una sorta di chignon basso e morbido, in modo da tenerli leggermente ondulati.
– In ultimo: limitarsi ad asciugare i capelli con spazzola e phon senza che a ciò segua l’utilizzo di quell’oggetto del demonio che è la piastra.
“Hai scoperto l’acqua calda” direte a questo punto voi, e invece, infatti.
Si, avete ragione, niente di particolarmente innovativo, niente di trascendentale, niente che molte di voi non facciano già, ma forse – spero – qualcosa che qualcuna di voi ancora non sapeva, e allora eccomi ad illuminarvi.
Insomma, il punto è che io avevo già provato tutte queste cose singolarmente e senza risultati, ma da quando ho cominciato a seguire questo tipo di “procedura” i capelli sono invece effettivamente migliorati. Quindi, essendo io esperta di questo grandissimo nulla, non posso che dirvi, come Adam Kadmon, prendete queste mie parole al pari di una favola, ma quella ragazzina supponente che è in me è invece convinta che qualche illustre università americana abbia già messo a punto un trial tricologico e fatto domanda di brevetto soprattutto per quella genialata risolutrice dell’eterna lotta fra sostenitori e detrattori degli shampoo bio, che è l’usarli entrambi.
Ora prego, potete lasciare qui di seguito i commenti con scritto CRETINA, SMETTI DI SNIFFARTI LA CERA AL PROFUMO DI BOROTALCO o potete darmi i big money che merito.